Pillola di Giacomo Palmaro
C’è un’impresa che sopravvive da centinaia di anni, pressoché invariata.
Un’impresa che ha addirittura gettato le basi dell’economia come la conosciamo oggi, rivalutando il lavoro come via per la realizzazione personale, in un contesto dove era invece considerato un onere riservato alle classi meno abbienti.
Un’impresa che ha mantenuto attivo il suo ruolo e la sua produzione durante le guerre, e ha sopportato i colpi dei cannoni sulla sua sede senza interrompersi.
Questa impresa è l’Ordine Benedettino, il cui fondatore è San Benedetto da Norcia, a cui risale la famosa Regola ora et labora “prega e lavora”. La domanda sorge spontanea: come può una Regola risalente a millecinquecento anni fa essere di una qualche utilità nel mondo odierno, così materiale e orientato al mero profitto economico? La risposta ci è arrivata da Massimo Folador (manager, consulente e professore universitario), che durante un periodo di crisi personale ha trovato in questa piccola frase la risposta a molti interrogativi, ed ha esposto la sua personale esperienza nell’àmbito del percorso Alla ricerca del bene comune.
A parere di Massimo Folador, le imprese odierne hanno bisogno di innovarsi, ma guardando al passato.
Leggi tutto...Pillola di Ilaria Reitano
Ti libero la fronte dai ghiaccioli. Un incipit inquietante, enigmatico, che agita e turba. È lo squarcio di un angelo che precipita nel mondo sotto lo sguardo attento di un uomo, che con dolcezza osserva le ali rovinate dal vento, che percepisce il suo bisogno di tenerezza e la sua fragilità. Oscura è la sua presenza agli occhi degli altri uomini, che ignorano la caduta dell’angelo e il suo conseguente valore.
Si tratta di una delle poesie commentate dal Professor Franco Bulega, docente di italiano e latino presso il nostro liceo, durante un incontro del percorso Attraversando Dante. È Montale, poeta del Novecento, uno degli autori che più si è confrontato con Dante. In questi versi il Premio Nobel del 1975 riprende stilemi tipici del Dolce Stilnovo, mutandone la prospettiva e laicizzando la figura della donna-angelo, che diventa portatrice di valori culturali e letterari. Tuttavia il percorso parte proprio da Dante, che sullo sfondo dell’esperienza stilnovista, affronta gli scontri tra guelfi e ghibellini, le figure controverse del Papa e dell’Imperatore, il tentativo di trovare una lingua unitaria: proprio come Montale, vive un periodo storico ricco di scontri e di incertezze politiche e umane.
Leggi tutto...pillola di Pietro Cappelletto
Ma ecco che i significati si moltiplicano in un caleidoscopio di punti di vista diversi. Ecuba è sulla scena dolente e affranta, stesa al suolo della rasa al suolo Ilio, incapace di movimenti che non siano di dolore, consapevole che si deve cantare comunque, che null’altro resta se non il canto.
Ma Cassandra, la mai creduta Cassandra, la pecora nera della famiglia, potremmo dire, considerata un po’ tocca, invasata dal dio, in preda a frenetica follia bacchica, Cassandra vede una verità del tutto paradossale, eppure profondamente sincera: la gioia per le sue nozze regali, che la rendono ancora più inattendibile per Ecuba, appare invece fondata su argomenti razionali rilevanti, pur se paradossali: i Troiani sono più felici dei Greci.
La guerra di conquista e l’ansia di conseguire la gloria hanno privato i Greci del calore del focolare e della famiglia per dieci lunghi anni, li hanno privati in molti casi degli onori funebri in patria, e l’ira degli dèi toglierà o renderà funesto il ritorno di quasi tutti i loro capi superstiti. Il paradosso è in verità valido in ogni epoca, tempo e luogo: l’avidità per ciò che non si possiede porta alla perdita di ciò che è già nostro, che ai Troiani non sarà mai tolto, nemmeno dopo la morte.
pillola di Pietro Cappelletto
Catturare e immergere attori e pubblico nella medesima sospensione drammatica per un tempo indefinito dall’ingresso del coro all’inchino finale a prendersi meritati applausi: è la magia riproposta ancora una volta nella sala del Teatro Binario 7 dal gruppo teatrale Koralion nella rievocazione della caduta di Troia secondo la lettura drammatica di Euripide, la sera di martedì 29 maggio. L’espressività dei numerosi coreuti, sempre all’unisono nei movimenti e spesso anche nella dizione e nel canto vocale (grazie alla forza emotiva della voce di Elena Caglioti, Ilaria Reitano, Alice Varenna) ha contribuito in maniera determinante ad assicurare unità e armoniosa continuità alla rappresentazione dei grandi quadri drammatici che tratteggiano i caratteri delle donne figlie e mogli di eroi sconfitti.
La corifea (Sofia Lanfranchi) e tutti (TUTTI) i membri del coro sono stati eccellenti nell’interpretare e seguire le indicazioni registiche di Silvano Ilardo, a cui va riconosciuto, tra gli altri, il grande merito di sapere che cosa vuole e come ottenerlo, come farsi seguire da ragazzi entusiasti.
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